Bob Seger & Me
17 Febbraio, 2015Antonio, un uomo sulla sessantina, con dei modi ed una parlata da gangster in pensione, dal passato turbolento e dal presente altrettanto losco, nonché mio carissimo amico ed amante della musica, me lo ripeteva da anni: ASCOLTA BOB SEGER! – che in napoletano, unica lingua con la quale il caro Antonio se la cava bene, suonava pressappoco così: SIENTETE A BOB SIGHèR, con l’accento rigorosamente sull’ultima sillaba.
– “forse ti confondi con Pete Seeger, vedi bene” gli dicevo io
– “No, no, no, t’aggio ditto Sighèr!”
Era la metà degli anni duemila, anni in cui la radio e la tv erano infestate da una canzoncina del cazzo di un certo dj che si chiamava Bob Sinclar o qualcosa del genere, ragion per cui, io, ancora molto somaro nella ricerca delle informazioni sul web, mi imbattei ripetutamente in questo soggetto mentre googlelavo. Tra l’altro, Antonio non m’aveva dato il nome corretto dell’ “originale” Seger (se con l’italiano stenta, vi lascio immaginare con l’inglese…), per cui il tutto si risolse in un nulla di fatto, non ne parlammo più e lentamente me ne dimenticai del tutto.
L’anno scorso mi trovavo con la mia ragazza in una sala d’attesa di qualche ufficio a Melbourne, dovevamo sistemare qualche faccenda burocratica che c’eravamo trasferiti da poco e mentre aspettavamo il nostro turno guardavo distrattamente la tv che, sintonizzata su un canale musicale, trasmetteva video a ripetizione. Ricordo d’aver pensato che in onda stavano passando tutta buona musica, quando, ad un certo punto, partì Old Time Rock’n’Roll.
Il video alternava scene di un’esibizione live di Bob Seger, con quelle di un film, che poi scoprii essere Risky Business, in cui l’attore, sulle note del pezzo, si esibisce in un buffo e solitario balletto nel salone di casa.
Fu la classica rivelazione. Sapete quando dicono: ho visto la luce! Be’, io mi sentii così. Mi innamorai istantaneamente della canzone, di quel suond così genuino e di quel testo gridato con passione, gioia e rabbia insieme – di cui già al primo ascolto afferrai tutto – e che pareva rivolgersi direttamente a me:
“Prendo quei vecchi dischi dallo scaffale
Mi siedo e li ascolto da solo
La musica di oggi non ha la stessa anima
Mi piace il buon vecchio rock’n’roll
Non cercare di portarmi in discoteca
Non riusciresti a mettermi in pista
Tempo dieci minuti ed infilerei la porta
Mi piace il buon vecchio rock’n’roll”
Cazzo, questo ce l’ha con me – pensai – sta parlando di me, per dio! E mi tornò in mente il consiglio del vecchio Antonio e mi fu tutto chiaro: aveva ragione, quel figlio di puttana aveva ragione!
Il giorno seguente stesso, di buon mattino, mi recai al negozio di dischi ed iniziai la conoscenza e lo studio di questo nuovo amico. Presi una compilation di due cd che raccoglieva il suo meglio del meglio. E la consumai. Mi resi rapidamente conto che Bob Seger non aveva indovinato solo una canzone. I brani della compilation mi piacevano tutti! E mi piacevano tanto.
Col tempo mi sono procurato quasi tutta la sua discografia e con piacere e sorpresa ho scoperto un musicista che mi fa letteralmente impazzire, a 360 gradi.
Bob Seger suona e compone una miscela di rock’n’roll primordiale misto a blues, con qualche escursione nel country e nel soul. E’ esattamente il genere di musica che, negli anni, ho eletto a mio preferito in assoluto. Nelle sue canzoni ci sono i The Band, i Creedence, un po’ di Gram Parsons, gli Eagles, un tocco della Steve Miller Band… insomma, il meglio della musica americana del 900. Ha una voce potente e sporca, a volte dolce e disillusa, con la quale ci canta della vita della middle-class americana, dei suoi bar, di donne venute e andate e delle donnacce che ti rubano cuore e soldi e se la squagliano. Musica on the road, da motociclisti un po’ ubriachi …
Dall’inizio della sua carriera, caso più unico che raro per i musicisti come lui in attività da quasi 50 anni – sarà perché fa costantemente affidamento ad una tradizione musicale che non può deludere – non ha mai sbagliato un colpo. Si, c’è qualche album appena sufficiente – specie dalla metà degli ottanta in poi – ma nessuna ciofeca. E poi ci sono i suoi capolavori. Dal 71, a partire con Brand New Morning, incide una serie di album, almeno fino a The Distance dell’82, tra cui scegliere il mio preferito in assoluto mi è praticamente impossibile: Beautiful Loser, Stranger in Town (che col trittico iniziale Hollywood nights, Still the same e Old time rock’n’roll e le ballads Till it Shines e We got tonight – in Italia nota con la cover Grazie perché di Gianni Morandi – è l’album per antonomasia, un lavoro perfetto!), Against the wind (per favore, ascoltatevi FIRE LAKE con le armonie vocali degli Eagles), Night moves (altro lavoro eccellente), Back in ‘72 ed il già citato The Distance,un album dai solchi country in piena epoca di synthpop e disco music. Anche per questo lo ammiro tanto. Seger se ne fregava altamente delle mode ed andava avanti per la sua strada.
Nei suoi dischi non esistono riempitivi o canzoni buttate lì tanto per. Sono tutti album da 9-10 canzoni, 40-45 minuti di musica, con tutti pezzi validi, quando non ottimi. In ogni brano Seger e i musicisti di turno (tra un po’ arriviamo pure a loro) mettono anima e cuore (the kind of music that just soothes the soul, il genere di musica che allevia l’anima – come canta in Old Time Rock’n’Roll). Ognuno di essi sarebbe stato adatto come singolo di lancio. Per questa ragione, per Seger più che per qualche altro artista, limitarsi ad un greatesthist è veramente riduttivo e si rinuncia all’ascolto di perle di inestimabile valore (tanto per fare un esempio, sentite Sunspot baby dal disco Night Moves!!!). Gli album della decade seventy vanno ascoltati tutti, non ci sono ragioni!
Dietro tanta grazia non si cela, ovviamente, un unico talento. Di certo non meno bravi ed importanti di lui sono l’ottima Silver Bullet Band, presente praticamente sempre, ed il contributo in alcuni album della mitica Muscle Shoals Rhythm Section, che ha aggiunto alle composizioni di Seger quel profumo e quel sapore unico al mondo e che si trova esclusivamente nel sud degli Stati Uniti.
Bob Seger, in generale, non è molto popolare in Europa (men che meno nel nostro paese, dove se vai in giro a chiedere di lui 9 persone su dieci inizieranno a fischiettare l’irritante motivetto della canzone del dj che vi dicevo prima…). Molto più successo di lui l’ha riscosso, per esempio, uno come Springsteen, artista per certi versi simile, ma che per quanto mi riguarda, con la sua dannata batteria elettrica e quel modo di suonare lascivamente mainstream, sta diverse spanne sotto al vecchio Bob. In America (e, come ho avuto modo di scoprire, anche in Australia) è leggenda assoluta, molto conosciuto ed apprezzato.
Mi meraviglio di me quando penso che ho vissuto per tre decadi ignorando tranquillamente l’esistenza di Bob Seger.
Se lo conoscete già, non v’ho raccontato nulla di quanto voi stessi non abbiate già avuto modo di constatare; se non lo conoscete bene o non lo conoscete affatto ed AMATE LA MUSICA, seguite il consiglio di Antonio:
SENTITEVE A BOB SIGHèR!
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