Casa della Musica: Jennifer Gentle & Verdena

19 Marzo, 2015

Ci è voluta una capocciata sotto il letto (a baldacchino) per farmi scrivere due righe sul LIVE dei Verdena di qualche giorno fa (8 marzo). Ovviamente, a causa di un ulteriore mezzo rincoglionimento, potreste essere costretti a leggere qualche stronzata di troppo…

Bevute un paio di birre con due amici, decidiamo di partire per Fuorigrotta (NA) direzione Casa della Musica. Arriviamo lì con un discreto anticipo, in modo da poter ascoltare, per quanto mi riguarda per la prima volta, il gruppo di apertura i Jennifer Gentle. Un gruppo rock psichedelico di Padova attivissimo all’estero (tipo fecero un tour negli Stati Uniti – 40 esibizioni in 45 giorni). La cosa figa, che ho scoperto un paio di giorni dopo, è che è stato il primo gruppo europeo a ricevere un contratto dalla Sub Pop Records di Seattle, alias: la casa discografica che ha lanciato i Nirvana… poca roba insomma. Fatto sta, che hanno deliziato il pubblico per oltre un’ora, dando vita all’atmosfera giusta per l’ingresso dei tanto attesi musicisti bergamaschi.

Dopo Rimini, Marghera e il sold out di Milano, la band dei fratelli Ferrari e Roberta Sammarelli arriva a Napoli.

Sono da poco passate le 22.30, quando la band di Albino sale sul palco di fronte al pubblico di una Casa della Musica non del tutto piena. La prima cosa che balza agli occhi è la presenza di un nuovo musicista. Partono subito sparando 3 nuovi brani del nuovo disco, Endkadenz Vol. 1 (l’uscita del 2° Vol. è atteso prima dell’estate), Ho una fissa, Un po’esageri, Sci desertico, e la chimica tra i tre membri della band sembra avere un buon effetto anche sul pubblico. Luca risulta essere il propulsore del gruppo grazie al suono vigoroso e deciso della sua batteria; Alberto Ferrari, il fratello, si divide con scioltezza tra chitarre e tastiera; Roberta crea distorsioni aggressive, violente, irruenti. Il tutto è equilibrato e filtrato dalla bravura del nuovo arrivato nella band: Giuseppe Chiara, reclutato con un annuncio on line:“Gruppo rock avviato in zona Bergamo cerca musicista esperto. Richiesto molto tempo, impegno e soprattutto passione”.

Al di là di qualche problema di acustica, lo show fila liscio e alterna pezzi storici, “verdeniani” (che aggettivo del cazzo, lo so), come Trovami un modo semplice per uscirne, Valvonauta, Scegli me, Muori delay, a brani del nuovo disco Vivere di conseguenza, Nevischio, Inno del Perdersi, con momenti più rilassati, filo romantici, dove a farla da protagonista è il pianoforte. Il concerto dura giù per su due ore, durante le quali la band cerca di comunicare con il pubblico attraverso suoni intensi, forti diciamo da rocker; timbri, che per la loro (mi riferisco ai Verdena) natura, potrebbero definirsi inusuali.

Tirando le somme è risultato essere un LIVE vivace, energico, vivo, che non solo non lascia spazio a perplessità, ma attraverso il quale, i Verdena riescono ad offrire una coscienza di sé e una maturità non indifferente.

Per chiudere, lo so che non c’entra un cazzo con i Verdena, ma in qualche modo devo pur riempire la pagina word e finire il “pezzo”. Dopo il concerto, oltre all’andare dritti al cesso, eravamo accomunati anche dalla fame. Depennata la classica pizza andammo a mangiare un panino stile street food. Con 4/5 euri te ne portavi a casa uno che oltre all’hamburger, ci potevi mettere tutto quello che volevi: melenzane a funghetto, sott’olio, patatine fritte, peperoni, zucchine, pomodori, pomodori secchi… ovviamente non era il Santo Graal dei panini, ma in quel determinato momento, fidatevi, andava giù comm a nu babbà!

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