FaceCover // King Crimson – In The Court of The Crimson King
1 Febbraio, 2015“La logica e la conoscenza non sono abbastanza.”
“Senza libertà di scelta non c’e’ creatività, e senza creatività non c’e’ vita”
Mamma mia, che dire…non smetterei mai più di ascoltarlo. In copertina un dipinto storico di Barry Codber, scomparso a 24 anni, poco dopo l’uscita di questo capolavoro, dipinto prima in acrilico su tela.
Data Astrale: 10 ottobre 1969
Luogo: Wessex Sound Studios, London.
“Spock: “Un solo uomo non può cambiare il futuro”.
J.T. Kirk: “Ma un solo uomo o un gruppo di uomini possono cambiare il presente”.
Come in Star Trek, quel dialogo anche qui ha un senso, infatti Fripp, McDonald e Mike Giles con Lake, più Sinfield, hanno cambiato il presente della musica Rock e hanno dato vita ad un nuovo futuro. Fu definito un “capolavoro assoluto” anche da Pete Townshend (chitarrista degli Who), ed il disco finì subito subito alla numero 5 delle British charts, arrivando persino al disco d’oro negli United States. Benvenuti nella corte del “Re Cremisi”(cremisi è il nome di una tonalità di colore particolare tendente al rosso luminoso e chiaro che, contenendo alcune componenti di blu, arriva quasi al porpora), dove il dipinto di Barry rispecchia totalmente la mentalità e il suono del gruppo. Raffigurato in copertina troviamo un uomo schizoide, spaventato con gli occhi spalancati mentre urla, con il volto sfigurato e l’orecchio sproporzionato che finisce nel “back” del vinile, questa è la reazione all’ascolto dell’uomo schizoide del ventunesimo secolo di cui si parla nel primo brano con una durata di 7:24 minuti. In questo primo pezzo si trova proprio tutta la bellezza di questa prima formazione dei King Crimson, nel corso degl’anni solo Fripp resta costante e fedele al gruppo originario. Alla creazione del suono troviamo: Robert Fripp alla chitarra, Ian McDonald al flauto, clarinetto, sassofono, vibes, keyboards e mellotron – Greg Lake al basso e alle voci – Michael Giles alle batterie e alle percussioni ed infine Peter Sinfield ai testi e alle composizioni. All’interno del disco invece il dipinto cambia, c’è un volto apparentemente calmo e sorridente, che mostra anche le mani, in posa ieratica che rappresenta il Re Cremisi. Questa cover insieme al prisma dei Pink Folyd e la cover bianca dei Beatles rappresentano la storia del Rock.
Una profonda esplorazione tra l’hard-rock, la musica classica, il free jazz, e jazz fusion… Nessuno sarebbe mai stato pronto ad una cosa del genere, ed è per questo che stupirono il mondo immediatamente. Un album che andò a sfidare il tempo, infatti recentemente è stato di nuovo ristampato in vinile e in CD, entrando di diritto nella classifica dei dischi che non tramontano mai. Nelle due facciate troviamo sul Lato A: 21st Century Schizoid Man – 7:24 (Peter Sinfield – Robert Fripp, Ian McDonald, Greg Lake, Michael Giles) MirrorsI Talk to the Wind – 6:05 (Peter Sinfield – Ian McDonald) Epitaph – 8:47 (Peter Sinfield – Robert Fripp, Ian McDonald, Greg Lake, Michael Giles) March for no ReasonTomorrow and Tomorrow, durata totale: 22:16; sul Lato B Moonchild – 12:12 (Peter Sinfield – Robert Fripp, Ian McDonald, Greg Lake, Michael Giles) The DreamThe Illusion e The Court of the Crimson King – 9:22 (Peter Sinfield – Ian McDonald) The Return of the Fire Witch, The Dance of the Puppetss, per una durata complessiva di 21:34 ed il tutto è stato catturato e curato dall’ingegnere del suono, Robin Thompson.
Ogni pezzo ha un enciclopedia del suono ad esempio in Epitaph si distingue il forte utilizzo del mellotron oppure il flauto che scandisce l’intro di I Talk to the Wind, una calma magistrale che scandisce le parole «you don’t possess me», «can’t instruct me» (“voi non mi possedete”, “non potete istruirmi”). 21st Century Schizoid Man, brano che apre il disco, è un ponte straordinario, tra il rock e il jazz, un viaggio descritto in suoni sovrapposti lungo una magia, che assomiglia quasi ad un collegamento tra il mondo di una mente umana ed il mondo del dio del tuono, Thor…pensate che il brano fu registrato in un solo “Take”, ossia buona la prima!!!! i KC confezionano subito un Game 7 and match…quindi tutti a casa, non c’è nulla da fare, inarrestabili dopo i primi 30 secondi di rumori. Qui si scatena una vera e propria apocalisse, la musica mista tra jazz e hard rock è selvaggia ma impeccabilmente controllata, tra break e riff di chitarra, strappi e le distorsioni ritraggono in modo compiutamente apocalittico gli orrori della guerra del Vietnam, proiettandola in un futuro senza speranze, con un finale cacofonico,«Innocents raped with napalm fire» (“Innocenti violentati con il fuoco del napalm”) o «Politicians’ funeral pyre» (“Pira funeraria dei politicanti”). I riferimenti culturali a questo disco sono infiniti ed impressionanti come anche i campionamenti e le influenze che hanno avuto su molti artisti futuri.
Se siete pronti ad attraversare il Bifröst insieme a me non vi rimane che schiacciare play.
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