Pass The Popcorn // Searching For Sugar Man (2012)
12 Maggio, 2016Malik Bendjelloul, regista svedese di origini algerine, viene incaricato di girare un corto di 10 minuti sull’incredibile storia di Sixto Rodriguez, la vicenda lo coinvolge a tal punto che decide di abbandonare il progetto iniziale e investire personalmente su un documentario le cui riprese sono durate 4 anni. Prende così vita “Searching for Sugar Man” che dopo numerosi premi conseguiti in diversi festival mondiali ha vinto l’Oscar nel 2013.
La storia di Sixto Rodriguez ha inizio nel lontano 1968, all’epoca era un cantautore folk alle prime armi cresciuto nei sobborghi di Detroit; allora la metropoli non era ancora la patria della techno ma una delle città con le più importanti produzioni di jazz, blues e rhytm & blues d’america. Rodriguez venne scoperto nel 1969 da Clarence Avant, produttore della della Motown Records, già manager di Miles Davis e di lì a poco di un esordiente Micheal Jackson. Sixto, chitarra in mano e spalle al pubblico, incuriosì a tal punto Avant, che quella sera si trovo per puro caso in quel locale, che decise di ingaggiarlo. Nel 1970 fu pubblicato “Cold Fact” , seguito l’anno dopo da “Coming From Reality”, entrambi per la Sussex Records. I due album vennero acclamati dalla critica, Sixto era considerato un poeta e i suoi testi per molti erano superiori a quelli di Dylan. Purtroppo i due dischi furono un clamorso flop commerciale, Sixto aveva già pronti nuovi brani per un terzo tentativo, ma l’etichetta lo scaricò. Deluso, abbandonò la carriera da musicista e iniziò a lavorare come manovale.
Nel frattempo il primo disco di Rodriguez raggiungeva l’altra parte dell’Atlantico grazie ad una giovane statunitense fidanzata con un sudafricano. I brani del menestrello di Detroit, grondanti di impegno civile, fecero subito breccia nei cuori degli abitanti del Paese africano soffocato dall’apartheid. “Cold Fact” però non veniva distribuito nei negozi di dischi, il Sud Africa era sotto embargo, ma riuscì comunque a diffondersi in tutto il Paese grazie alle musicassette copiate. Su Sixto Rodriguez non si aveva alcuna notizia, circolavano numerose leggende sul suo conto, compresa quella che fosse morto.
Il governo dello Stato africano cercò in tutti i modi di limitare il fenomeno Rodriguez, oltre a conquistare cuori stava scuotendo anche le coscienze. Canzoni come “I Wonder” fecero scalpore, la strofa “I wonder how many times you had sex”, oggi innocua, nel Sud Africa conservatore dell’epoca era un atto rivoluzionario che rendeva Sixto un ribelle. La censura sudafricana arrivò persino a graffiare con dei chiodi la superficie dei bootleg dei vinili per cancellare i pezzi incriminati.
Dopo tre lunghi decenni alcuni fan scoprirono che Rodriguez era vivo e vegeto, decisero di provare a mettersi in contattato con il loro idolo. Quella telefonata cambierà per sempre la vita di Sixto che da un giorno all’altro ha scoperto di essere una rockstar, più famosa dei Beatles, in un Paese dall’altra parte del mondo. A 56 anni suonati Sixto si è ritrovato ad esibirsi nel Palazzo dello Sport di Città del Capo davanti a 20.000 persone, questa prima data è stata seguita da 6 sold-out nel resto del paese.
E’ solo grazie all’ostinazione e alla passione di qualche irriducibile sudafricano che Sixto Rodriguez attualmente gode dell’ammirazione e della fama che il destino gli aveva negato.
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