Pass The Popcorn // Waking Life

6 Dicembre, 2015

Questo primo fine settimana di Dicembre sta passando sotto gli effetti psichedelici che il Rainy Days, festival “club to club” avellinese, mi sta regalando e che continuerà a regalare per tutta la prossima settimana a suon di grande musica. Non poteva esserci occasione migliore per rispolvera una pellicola che tra le tante tematiche toccate tratta quella del sogno.


Waking Life 1


Waking Life è un film di Richard Linklater presentato nel 2000 al Sundance Film Festival. Il protagonista del lungometraggio non ha un nome ed è interpretato dall’attore statunitense Wiley Wiggings. L’innominato, a causa di un incidente stradale, non riesce più a svegliarsi dal sogno che sta vivendo. Quella che sta provando sulla propria pelle è un’esperienza che Frederik van Eeden (fisico, romanziere e poeta tedesco) ha descritto come “sogno lucido”. Il tedesco ha dedicato buona parte dei suoi studi alla classificazione dei sogni, la particolarità dei “lucid dreams” è data dalla consapevolezza del sognatore di non vivere un’esperienza reale,  a tale  coscienza  ci si arriva notando qualcosa di insolito nella dimensione onirica, inoltre  durante il  sogno lucido si  ha la capacità di disporre di tutte le sue funzioni cognitive e attraverso queste compiere delle scelte.


Waking Life 2


L’onironauta di questa storia, durante il viaggio nella dimensione altra, incontrerà numerosi personaggi e mentre con alcuni  intratterrà   appassionanti dialoghi con altri invece si limiterà ad  assistere ad i loro monologhi. Le macro-tematiche trattate dal film sono l’esistenzialismo e l’onironautica e ad ogni incontro del protagonista sono trattate diverse questioni, connesse ma differenti, che rientrano nelle due grandi categorie.
Gli argomenti riguardano il rapporto tra sogno e realtà, la vita, la vita oltre la morte, la fede, il libero arbitrio e l’esercizio di questo, il contrasto tra lo sviluppo del singolo individuo con quello della collettività, il ruolo e lo scopo dell’arte nella società, la realtà soggettiva ed infine una probabile memoria collettiva a cui l’umanità accede attraverso i sogni. Il materiale trattato è tutt’altro fuorché di poco conto e la pregevolezza di quest’opera consiste nella semplicità attraverso la quale esso viene investigato senza mai scadere in banalità, intellettualismo e mere retoriche intellettualoidi.
Il merito è solo di Linklater che ha saputo coniugare i coinvolgenti dialoghi alla particolare tecnica con quale il film è stato girato. In Waking Life il regista ha cercato di ricreare (riuscendoci appieno) l’effetto straniante e lisergico  dei sogni girando tutte le scene con apparecchiature digitali, per poi modificare quanto registrato, ridisegnandoci sopra, ne è risultato un film d’animazione che tutto è tranne che comune cartoon.

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