POV // THE GIORNALISTI @ C’Era Una Volta… Festival 2015

13 Ottobre, 2015

La nostra sarà un’intervista atipica.
Un’intervista visiva.
Oggi ospite della rubrica Point Of View: The Giornalisti


Quest’anno al  C’era Una Volta Festival di Cesinali ad Avellino si è esibito l’elegante indie pop del gruppo romano formato da Tommaso Paradiso (voce, chitarra), Marco Antonio Musella (chitarra, basso)Marco Primavera (batteria) e (dal vivo) Gabriele Blandamura (basso) con tre album all’attivo. L’ultimo, Fuoricampo, uscito a fine 2014 segna sicuramente una svolta nel sound della band, dove le schitarrate naif lasciano posto a delicati synth che fanno da tappeto ad un songwriting di gran classe immerso in atmosfere anni ’80. Un’orgia di parole. E di una vera e propria orgia d’amore parla il primo singolo estratto dall’album, Promiscuità, che mostra la disinvoltura di Paradiso nella stesura di testi che ti si appiccicano nella memoria grazie all’utilizzo di immagini quotidiane eppure spiazzanti.



Quali sono i dischi e gli artisti che vi
hanno maggiormente influenzato e perché?


/// Abbiamo ascoltato un sacco di David Bowie. Poi sicuramente Lucio Dalla, più per la scrittura che per il sound vero e proprio. Ci piacciono i Tears For Fears, poi ci vengono in mente il disco Singles dei Future Island e la musica degli Horrors.


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A quale film colleghereste la vostra musica?
Più nello specifico: vedreste una o più delle vostre canzoni
come colonne sonore di qualche
film o qualche scena in particolare? Se si, quale?


/// Ci piace il cinema italiano. Le commedie anni ’80 come Borotalco di Carlo Verdone, Sapore di mare di Vanzina e Fratelli d’Italia. Poi SKY ultimamente ha ritrasmesso tutti i film di Celentano a cui ci sentiamo particolarmente legati. Comunque non solo film italiani ma anche qualcosa che definiremmo più “magico” come i film d’animazione di Miyazaki. Ad esempio il pezzo L’importanza del cielo starebbe benissimo in uno dei suoi film. Magari in una scena di volo. In generale per la nostra musica sarebbe perfetto un film come quelli degli anni ’80 che abbiamo citato, ma realizzato oggi. Ci vorrebbe qualcosa del genere però in versione moderna. Insomma aspettiamo un regista che riprenda un po’ lo spirito di quelle commedie lì senza banalizzarlo come accade nei cinepanettoni.

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Qual è il vostro rapporto con le altre forme d’arte?


/// Vivendo a Roma sicuramente la pittura di Caravaggio è onnipresente. E’ difficile uscire fuori dal tunnel dei suoi quadri! In generale qualche impressionista del paesaggio oppure qualche romantico. Nella nostra parte più reale c’è sicuramente il Fattori come anche il Canaletto. Come copertina di un ipotetico nostro disco ci starebbe bene un bel quadro proprio di Giovanni Fattori, di quelli con le mucche nel pascolo molto splatter! Insomma per riprendere un po’ i paesaggi italiani della campagna.


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Come nasce un vostro pezzo?
Dall’idea alla composizione alla scrittura e magari se
c’è qualche aneddoto in particolare
legato ad una delle vostre canzoni. 


 

/// Io (Tommaso Paradiso) scrivo le canzoni e poi le leggiamo ad alta voce. Scriviamo i pezzi fondamentalmente parlandone tutti insieme. Utilizziamo un diverso sistema di scrittura forse rispetto agli altri. Parlandone tutti insieme i pezzi si formano quasi da soli. Pensiamo già la batteria deve suonare così, il basso così ecc.


Un’esperienza bella che avete vissuto grazie al disco?


 

/// Più che un’esperienza singola diciamo che ci divertiamo molto e ridiamo molto poiché il nostro gruppo nasce fondamentalmente da una storia di amicizia che ci lega tutti. Forse il palco è il momento in cui ci sentiamo meno a nostro agio.


 

Ci consigliereste un brano a cui siete
particolarmente legati da postare
come vostra “TRACK OF THE DAY”?


/// Tommaso Paradiso: per me Va bene, va bene così di Vasco Rossi perché mi fa pensare ad una persona.
Poi diciamo Carlo di Massaroni perché l’abbiamo ascoltata oggi un sacco di volte, Paradise dei Coldplay per sfatare il mito che sono buoni solo i primi album e naturalmente un pezzo qualsiasi di Lucio Dalla. Facciamo Cara.



 


 


 

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