RAINY DAYS – D#1 // Sycamore Age + Weird Black – live @ Av (4-12)
28 Novembre, 2015a cura di Gaetano Bresci e Gabriele Troisi
Il 4 dicembre ad Avellino comincerà una 5 giorni di “fotosintesi musicale”.
Anche quest’anno il Rainy Days Festival contesterà pioggia e freddo con 8 band di qualità.
L’evento prevede act musicali di artisti nazionali ed internazionali per una staffetta di concerti in alcuni dei locali più rappresentativi della città come: il Ynot Bar, il Godot Art Bistrot, il Meet Eventi, il Black House Blues ed il Museo Irpino .
Ovviamente noi di #ANHW.it ci saremo come al solito con i nostri modi di comunicazione, cominciamo a scoprire le band del primo giorno:
Sycamore Age
Ricchezza di suoni, sovrabbondanza di anime. Trasmigrazione di melodie, armonia tra i mondi. Sette: un numero-simbolo per la ricerca, tanto mistica e spirituale, quanto musicale. Ora aggiungete il sicomoro, l’albero connettore tra i mondi, la porta dimensionale. La pianta che collega il mondo dei vivi a quello dei morti e che simboleggia l’inizio del nuovo viaggio: simbolo d’immortalità allora, di vita che resiste, perpetua, rinnovata.
Ora voi chiederete: «Ma che stiamo leggendo?». Semplice: spiegazioni non semplici, per un gruppo complesso che fa musica elaborata. Una recensione non ordinaria, per una band non ordinaria. Un accostamento ardito di definizioni per un patchwork sound, costruito su chiazze di melodie, eruzioni di armonie e esplosioni di suoni. Tanto caotico da sfiorare il primordiale. Tanto stratificato da poterne identificare le annate, ad ascoltarlo con attenzione: armonie beatlesiane, composizione barocca di scuola Wilson- Van Dyke Parks, disarmonie in contrappunto alla Soft Machine, complessità strutturale alla Magma. Quasi come la ricetta di un minestrone d’anime e di stili, a cui basta aggiungere un pizzico di modernità alla Akron Family prima maniera; e la composizione impervia alla Mercury Rev. Quasi come le epoche geologiche lette nei cerchi di un tronco d’albero segato. Di un sicomoro, magari.
Weird Black
Vengono da Roma, ma ad ascoltarli pare provengano da un non ben definito universo.
Suoni acustici ma con attitudine onirica.
Pochi effetti speciali ma riff ossessivi a fare da tappeto alla voce di Luca Di Cataldo e subito sembra di vedere Lennon e Barrett presi a scambiarsi francobolli.
Si definiscono psy/acoustic/lo-fi ed è proprio quello che trasudano le due tracce “Despite the gloom” e “And you’re lost”.
Venerdì 4 dicembre al Ynot Bar uniamoci al Rainy Days e abbandoniamoci a queste melodie trasognanti.
Vi salutiamo con un estratto dall’esordio Hy Brazil, in uscita a dicembre 2015 per WWNBB.
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