Soul In The Hole
14 Dicembre, 2014“If I don’t make it to the NBA, I’m gonna be a drug dealer.
Somehow I’ve gotta get me a Lexus. Whatever it takes.”
Ci sono storie che fanno il giro del mondo, ci sono storie che vengono filmate, ci sono storie che vengono raccontate, narrate dalle persone e tramandate da generazione in generazione. Questa è un altra storia, come quella di Vince Papale, che non posso inserire nella rubrica I Choose a Legend perché Ed Smith, detto “Booger”, non è nella Hall of Fame di questo meraviglioso sport. La sua storia è una di quelle storie che non viene associata a nessun altra, uno dei pochi giocatori non “pro” a finire sulla copertina di Sports Illustrated e “king” indiscusso di quei campetti che hanno plasmato da sempre l’espressione artistica di questo sport. A 17 anni fu immortalato in questo documentario, perché obiettivamente il talento, le “skillz” erano fuori da ogni immaginazione. Se siete a NY e volete giocare a basket per entrare in squadra su di un playground e ottenere il rispetto degl’altri dovete effettuare una “rep” (o rip) cioè: una schiacciata clamorosa in faccia al vostro avversario o un cambio di mano facendo sedere letteralmente il difensore oppure vi basta anche una stoppata che manda la palla oltre le prime file della tribuna. Ed, era un play che faceva sedere chiunque con un palleggio… il cambio di mano di Iverson che batte Jordan?? naaa… il suo era meglio eseguito al doppio della velocità scaricando la palla con una creatività fuori dalla concezione umana. A New York sono 4 i campetti che un appassionato di basket deve visitare almeno una volta nella vita, come il pellegrinaggio a La Mecca : “Rucker Park” ad Harlem, legato al nome di Holcombe Rucker, “Soul in the Hole” a Brooklyn, “St. John’s Recreation Center” sempre a Brooklyn” e Lost Battalion Center” nel Queens”The Goat Park” tra Harlem e Manhattan, dedicato a Earl Manigault. Soul in the hole è la casa di ED, un ragazzo molto speciale con un anima divisa, in bilico tra il basket e il la vita nel “ghetto”. La frase che vi ho citato su prima, sotto al titolo, a grandi linee è: -Se non dovessi farcela nella NBA, diventerò uno spacciatore, io voglio avere per me una Lexus, comunque vada la prenderò.- Queste parole vi fanno capire della sua mentalità, diciamo è la classica storia di un giocatore della NBA, vedi Carmelo Anthony, proveniente dal quartiere soprannominato “The Pharmacy” (provate ad indovinare il perché) oppure John Starks, Iverson, Ron Artest, e molti altri. Booger c’ha provato tra i pro ma come poi vedrete nel video la sua storia è finita in un altro modo. Questo è un documentario che non può mancare nella bacheca di un appassionato di basket e non può mancare neanche la colonna sonora ad un appassionato di rap, questo per farvi capire quanto sia legato il basket all’hip-hop. La sua OST (original sound track) è uscita nel 1997 per la Label (etichetta discografica): LOUD RECORDS (etichetta STORICA!!) e ci troviamo artisti di un certo spessore come gli Organized Konfusion (Pharohae Monch & Prince Po), Cocoa Brovaz(Tek & Steele o meglio Smif-N-Wessun) Brand Nubian (the original members Grand Puba, Sadat X, Lord Jamar and Alamo) M.o.p. (Billy Danze and Lil’ Fame) Wu tang Clan (The RZA, Raekwon, Ghostface Killah, Genius/GZA, Method Man, Ol’ Dirty Bastard, U-God, Masta Killa, and Inspectah Deck. Ol’ Dirty Bastard and Cappadonna) O.C. (membro dei D.I.T.C. & dei Crooklyn Dodgers) Common, Mobb Deep (Havoc and Prodigy) e Dead Prez (Sticman & M-1). Tutti i pezzi hanno un filo conduttore come le difficoltà che ci presenta la vita di ED nel documentario e le risposte per superarle. Quattro, sono i pezzi che m’impressionarono al primo ascolto quando ero solo un ragazzino e devo dire, che ri-ascoltandoli mi fanno ancora un certo effetto. Dead Prez con “the game of life(Score)”…”Score, this ain’t no game this is war”… è il primo pezzo che fa capire le tonalità del disco poi skippiamo fermandoci su “Against The Grain” di Sauce Money singolo uscito per la Roc-A-Fella Records prodotto da Dj Premier poi Common che descrive la vita e le sensazioni di Booger, con il suo cuore e i suoi stessi occhi in “high expectations” (traducete il testo)…ALTRI TEMPI…e chiudiamo con uno dei tanti classici di O.C. “your life”. I back in da day sono belli da fare e questo signori miei… è un capolavoro!
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