The Game, Ferguson ed il concerto di Milano

8 Dicembre, 2014

“I heard he surrendered but we all saw how they did him
Television broadcasts, a confused country
I’m a resident of a nation that don’t want me
What’s done is done, the town erupts in fury
And I’m already hearing bout this lopsided jury
Three faces like his, the rest another story
A lot of motherfuckers need to act more worried”

 Partiamo dall’inizio, da una domanda che molti presenti ieri al concerto di The Game al Fabrique di Milano avrebbero dovuto porsi. Chi è “The Game”? Perchè si concia in quel modo? Da dove vengono fuori testi cosi crudi e violenti? Eppure, stando alle testimonianze riportate qua e là in giro tra i social e per la rete – tra le quali segnaliamo quella estremamente incisiva di HANO  – i fan al concerto del 7 dicembre non avevano tutta questa curiosità. La vita di Jayceon Terrell Taylor, vero nome all’anagrafe di The Game, sembra presa da un videogioco. Videogiochi con i quali il suo pseudonimo non ha nulla a che spartire (malgrado abbia prestato la sua voce per il fortunatissimo GTA – San Andreas): Jayceon, sin dai primi anni a Compton, dimostrava un’enorme interesse – ed un certo talento – per qualsiasi tipo di sport. Lui però decise di seguire un’altra strada, quella del crimine e delle Gang. Anzi, a Compton, la Gang: i Bloods. Assieme al fratello (Big Fase 100 il nome d’arte) mette in piedi uno spaccio di droga nel cuore di Compton, cominciando a gestire un grosso giro d’affari. Come in Sliding Doors, una porta che si apre ed una che si chiude fanno la differenza tra la vita e la morte. E quando la porta del suo appartamento si aprì, Jacyeon si trovò faccia a faccia con la Grande Consolatrice. Parecchi colpi di pistola dopo, qualche giorno di coma e la paura di perdere l’uso delle gambe a seguito dell’agguato di cui fu vittima spinsero il più piccolo dei Taylor verso la musica, in particolare verso Eazy-E (leader e produttore degli NWA, i padri del gangsta-rap losangeleno). Tra una riabilitazione e l’altra the Game inizia a scrivere e rappare, fino a quando nel 2003 non firma un contratto per Dr.Dre e la G-Unit di 50 cent. Il resto è storia recente: il successo, le faide, il posto riservato a bordocampo quando ci sono i Lakers e le serate con Baron Davis, padrino di suo figlio e amico d’infanzia. The Game, che più di altri ha conosciuto il vero volto del ghetto, è stato sin da subito in prima linea nelle proteste di Ferguson e in quelle immediatamente successive al caso ERIC GARNER, DI CUI ABBIAMO GIA’ PARLATO QUI. Come in ogni data da luglio a questa parte, anche al Fabrique di Milano The Game chiede agli astanti di fare spazio, indietreggiare, e mettersi di schiena per una foto in segno di protesta.

The revolution has been televised
If I sit here and do don’t do nothing, homie, that’s genocide
Fuck that, we have arrived!
And who cares who ain’t on our side cause we on our own
How do you preach peace to a family that just lost they own?
My brodie Game just banged my line like “We gotta do something”
All that marching and that peace ain’t gonna fucking do nothing
Fuck it, my moms, sorry, I’m ready to rage
The police done let the animals out of the cage, oh lord it’s

 Una forma di protesta pacifica, non violenta, che tutti abbiamo avuto più o meno modo di vedere in questi ultimi mesi. Risultato? ‘Na Cafonata, avrebbe detto Christian De Sica. C’era chi non capiva l’invito, chi rideva, chi pensava ad una trovata scenica o pubblicitaria. Ora, ognuno è libero di andare a sentire un artista per tutte le ragioni di questo mondo – moda, mi piace il beat anche non capisco l’inglese, l’ho visto nel videogioco Nba2k, mi piace come si veste (commenti presi da facebook, giuro) – ma è una forma di rispetto nei confronti dell’artista stesso cercare di condividere, o perlomeno capire il suo messaggio. Un messaggio che invece è arrivato forte e chiaro grazie alla formazione All Star che The Game ha tirato su per incidere il pezzo Don’t Shoot, in memoria di Mike Brown,  Ferguson. Con lui ci sono Diddy, Rick Ross, 2 Chainz, Curren$y, DJ Khaled, Fabolous, King Pharaoh, Problem, Swizz Beatz, TGT, Wale & Yo Gotti (le rime che avete trovato più su vengono da qui).

Seen the pictures, feel the pain, scandalous how they murder son
Tired of them killing us, I’m on my way to Ferguson
Talked to TIP, I talked to Diddy, them my brothers walking with me
Mothers crying stop the riots, we ain’t got to chalk the city
I seen Cole out there, thought I should go out there
They left that boy for hours in the cold out there
They killin’ teens, they killin’ dreams (It’s murder)

Buon Ascolto.

 The Game&Al – Don’t Shoot (immagini forti)

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