WHAT’S IN MY SOUL // TAV FALCO @GODOT, AV. (05/04)
7 Aprile, 2015«For me, for Tav Falco, there is no separation between
photography, music, cinema, writing. It’s all one thing».
State per prendere parte ad un viaggio lungo 40 anni, che vi porterà a in giro per l’America e l’Europa, sulla rotta dei beatnik e nella controcultura dei Sixties, tra le braccia di Marinetti, Ginsberg e Steinbeck. Sullo sfondo degli scatti di Willam Eggleston. Seduti comodamente al fianco di Brando in The Wild One, Fantômas e Tom Joad. Un mosaico di stili, forme espressive e linguaggi che si fondono e si contrappongono; si scindono, si richiamano, si riconoscono. Allacciate le cinture. Si parte.
Photography:
«Con Bill (William Eggleston) iniziammo a parlare di fotografia a Memphis, negli anni ’70. Ho lavorato a lungo al suo fianco nel suo laboratorio. In ottobre uscirà un mio libro di fotografia (An Iconography of Chance. 99 Photograph of the Evanescent South. www.elsinorepress.com), con l’introduzione di Alberto Gracia Alix, un bravissimo fotografo di Madrid. »
Music:
«Nel 1952-53 c’era questo suono bop nel jazz – che ,certo,
Shorty Rogers, e ancora di più Eric Dolphy, hanno ripreso anche in seguito – questo “bluesy beatnik sound”
tipico dei primi anni ’50.
It was great!».
Cinema:
«I lavori di Louis Feuillade mi hanno davvero inspirato: il cilco di Fantômas e Les Vampires, ad esempio.
Urania Descending, il mio primo film, sta a dimostrare l’ammirazione che provo per questo regista: il bianco e nero, la voce fuori campo, l’assenza di dialoghi.
In particolare il personaggio di Fantômas mi ha sempre incantato: la sua intangibilità,
l’abilità di sparire senza poter essere mai afferrato, la sua intelligenza diabolica. »
writing:
«Ci sono così tanti scrittori che amo: i lavori di John Avery e Alan Lomax, ad esempio; e i romanzi di John Steinbeck. Grapes of Wrath è un grande romanzo, da cui John Ford ha tratto un film fantastico. Tra gli europei, Moravia e i futuristi italiani: soprattutto il teatro e gli esperimenti musicali del gruppo di Marinetti credo abbiano profondamente cambiato le regole dell’arte. Poi ovviamente ci sono i Beat: hanno influenzato moltissimo la mia visione del mondo. Allen Ginsberg era un mio caro amico: abbiamo suonato a NYC insieme, al Danceteria, un club ormai chiuso, in una serata contro la prolificazione nucleare. I Punther Burns insieme al suo terzetto di musicisti da Parigi. Vi consiglio di vedere il film scritto a sei mani da Gregory Corso, Jack Kerouac e Allen, Pull My Daisy, con la regia del fotografo Robert Frank: assolutamente fantastico.»
Foto and video, live @ Godot Art Bistrot
video di Massimo Caserta
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