You talkin’ to me? Who The fuck do you think you’re talking to? //… John Canoe.
20 Novembre, 2015Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con i John Canoe.
Loro sono una band surf/garage rock emergente sviluppatasi da un progetto primordiale, “The Sasquatch“, a cui prendevano parte solo Jesse Germano’ (voce e chitarra) e Stefano Padoan (voce e batteria). A dicembre 2014 viene reclutato Mario Bruni (voce e basso) e la band cambia definitivamente nome e rilasciano il loro primo singolo “nervous breakdown” per Bomba Dischi, etihetta per cui hanno pubblicato anche l’ ep che hanno cominciato a portare sul palco, “ActorBoy“.
Arrivano secondi alle selezioni per l’ Arezzo Wave 2015 nel Lazio, vengono selezionati inoltre per l’ edizione 2015 dello Zanne Festival a Catania (per la categoria “Nuove Zanne”), festival che ha visto tra i protagonisti artisti internazionali quali Franz Ferdinand and Sparks, Four Tet e molti altri. Hanno inoltre diviso il palco con band del calibro di Fast Animals And Slow Kids, Ganglians, Amen Dunes e, in una delle ultime esibizioni, gli Heymoonshaker al Monk Club di Roma, occasione in cui abbiamo avuto il piacere di conoscere il cantante e chitarrista della band.
La vostra è un garage rock che si rifà
molto al surf-rock sia recente che datato.
Ci nominate tre cd fondamentali per la vostra formazione
musicale e che vi sono stati di ispirazione?
Difficile dire se veramente abbiamo così tanto in comune con i vecchi pilastri del garage o del surf; Mummies, Gories, Ventures e qualunque gruppo della raccolta Nuggets di Lenny Kaye sono stati sicuramente i nostri ascolti e sono ancora nei nostri scaffali. Penso che tutto ci sia di ispirazione, dai Beachboys ai Nirvana, passando per i Pavement..dai Beatles fino a Plastic Ono Band di Lennon; in ogni caso proviamo ad elencare tre Album: Violent femmes – Add It Up (1981–1993) // Pet Sounds – The Beach Boys // Good bad not Evil – Black Lips.
Ci svelate il significato del nome
della vostra band “John Canoe”?
John Canoe o Junkanoo è una sfilata carnevalesca con costumi e maschere che prese piede intorno al XVII secolo in Giamaica, Bermuda e Bahamas. Originariamente era un opporsi alla schiavitù, un modo di unirsi in tre giorni di festa in coincidenza del nostro periodo natalizio. L’essenza del Junkanoo era quello di riunirsi, suonare, ballare, cantare per il loro attimo di libertà; una sensazione che noi vorremmo fosse infinità.
Qual è il vostro rapporto con le altre forme d’ arte?
C’è magari qualche film a cui ricolleghereste la vostra musica?
Il nostro rapporto con l’arte è sicuramente sessuale! Ovviamente si parla d’amore e non di sesso: l’arte non è da una notte e via. A parte gli scherzi, sicuramente abbiamo un grande rispetto della manualità e la tecnica artistica, ma non condividiamo alcune idee concettuali che sembrano più scuse artistiche che vere scelte. Con la musica abbiamo un rapporto migliore perchè le cose sono cosi come le senti; non si scappa. Per rispondere all’altra domanda sarebbe bello un giorno poter vedere un nostro pezzo su un film di Tarantino, magari in qualche reissue stile la trilogia del dollaro di Leone.
Come nasce un vostro pezzo?
Il vostro ep “ActorBoy” è stato concepito
collettivamente o è stato un’ idea di uno
di voi e poi sviluppata in sala prove?
A volte una idea portata, altre semplicemente uno scambio di idee, è normale che uno di noi porti un pezzo più o meno finito a cui lavorare. Penso che “Actorboy” sia sicuramente un progetto collettivo, alla quale ci si è approcciati come band, rispecchiandoci tutti in quello che più ci piace.
Ci date un parere sulla scena musicale sia Romana che Nazionale?
Cosa va bene e cosa invece andrebbe modificato
per favorire maggiormente le band emergenti come voi?
Non dovremmo pensare a scene ma più a persone che fanno musica, il luogo è semplicemente un punto di partenza che sicuramente ha la sua influenza. Una band se deve emergere sicuramente lo farà attraverso il suo pubblico e la sua determinazione; L’unica cosa che aiuterebbe è valorizzare il mezzo con cui si propone la musica, pagare i musicisti, smettere di sfruttare e veicolare artisti o locali emergenti che si svenano per un poco di visibilità. Per il resto tanti festival e suonare,suonare, suonare, suonare renderà tutto migliore.
Sulla webzine curiamo una sezione chiamata
“Track Of The Day”
per cui scegliamo un pezzo da condividere ogni giorno.
Ce ne consigliate uno ?
Mac DeMarco – Chamber of Reflection , questa la loro scelta!
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