YOU TALKIN’ TO ME? WHO THE FUCK DO YOU THINK YOU’RE TALKING TO? //…Weird Black
9 Febbraio, 2016Weird Black è un progetto di Luca Di Cataldo il quale,
con la collaborazione di Alessandro Totò e Caminoli Matteo,
ha appena pubblicato l’ album di esordio Hy Brazil (per we were never being boring collective),
co-prodotto con Giampaolo Scapigliati. Prima del loro live del Monk Club di Roma,
per il quale sono stati chiamati a dividere il palco con C+C=Maxigross e Jacco Gardner,
abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con loro nella tranquillità di una piccola stanzetta,
belli comodi su un divanetto tra sigarette e lattine di birra.
Li avevamo già incontrati al Rainy Days di Avellino lo scorso anno, ma non avevamo avuto il piacere di intervistarli e di toglierci qualche curiosità sul loro disco e sulla loro vita.
A voi le nostre domande ai Weird Black, che ci hanno fatto capire come da sonorità lo-fi e da una psichedelia essenziale si può tirar fuori un lavoro di altissima qualità.
…è vera la voce che qualcuno di voi ha
un sushi bar a Piazza Bologna?
• Si io (Luca), due sushi bar, uno a piazza Bologna e uno a Trastevere, ma sono solo uno dei soci, non sono miei..
se no mica suonava (voce fuori campo).
La musica per voi è solo un hobby o sperate di andare
avanti il più possibile nella carriera musicale?
• Io spero che diventi qualcosa in più, ora come ora, tra ascolti, concerti, lavoro in studio di registrazione, praticamente è la metà della mia vita e quindi spero che diventi sempre più grande e importante.
La copertina è già un trip, ce la volete spiegare ?
• L’ ho disegnata io (sempre Luca) e l’ha dipinta la mia compagna con gli acquerelli; non indica nessuna cosa in particolare però ero affascinato da tutta una serie di illustrazioni come quelle di Daniel Johnston, cose volutamente brutte, mi piacevano e in qualche modo è stato un esercizio di liberazione mentale per me, sono ritornato a disegnare tutto ciò che volevo liberando l’ immaginazione, la stessa cosa che ho fatto per fortuna quando ho scritto i pezzi dell’album, sono partito disegnando un uccello e poi un altro, senza stare a preoccuparmi di come li disegnavo, ma semplicemente disegnando quello che volevo, con dei simbolismi anche scemi, simil-alieni, e questo è quello che è venuto fuori.
Voi fate del buon Facebook?
• Noi non badiamo molto al lato “social” della musica, quindi ti dico che facciamo del pessimo Facebook che però può avere anche la sua valenza, cioè fare del pessimo facebook può essere considerato anche buon Facebook. Ti dico che comunque è una cosa che odio, non mi piace molto usarlo.
Leggendo informazioni su di voi, ho notato spesso questo vostro
accostamento alla scena di Canterbury degli anni 60,
confermato anche da voi.. vorrei chiedervi, in modo più generale,
senza fare necessariamente riferimento alla psichedelica degli anni ’60,
se pensate che la vostra musica sia più figlia della modernità o del passato..
• Questa storia della scena di Canterbury in realtà è diventata un po’ un mito, ce la dicono tutti semplicemente perché una volta la nominai nella descrizione dei pezzi del disco. In realtà ti dico che sì, la ascolto e mi piace molto, ma non mi sento un figlio del passato, dirlo sarebbe un’ eresia. Penso che i veri figli del passato siano quelli che il passato l’ hanno vissuto e che hanno vissuto la musica degli anni 60 ad esempio.. cioè, per spiegarmi meglio, se io guardo un quadro di Caravaggio, lo guardo con gli occhi di una persona che vive nel ventunesimo secolo e in modo sicuramente diverso rispetto a come lo guarderebbe uno che ha vissuto nell’epoca di Caravaggio, lo stesso vale per la musica.. quella degli anni 60 l’ha vissuta mio padre, forse anche il tuo, ma io posso solo ascoltarla in base ai miei criteri di giudizi; quindi, non negando l’influenza di artisti del passato, ti dico che appartengo alla modernità, come tutti gli artisti moderni.
DESPITE THE GLOOM, IL PRIMO SINGOLO ESTRATTO DA HY BRAZIL.
Ho ascoltato il vostro album almeno cinque volte di seguito e credo
che sia uno degli album recenti più validi e originali..
voi, invece, siete contenti di quello che avete creato? siete soddisfatti?
• Prima di tutto grazie per il complimento, siamo contenti che ti sia piaciuto. Guarda, siamo soddisfatti del nostro lavoro perché siamo riusciti a creare qualcosa di molto personale, questa è la nostra musica, questi siamo noi.
Abbiamo creato qualcosa che non ci annoia.. a volte capita che scrivi dei pezzi e poi non riesci ad ascoltarli più perché ti scocciano e perdono di valore ma con questo album, le cui canzoni sono state scritte in realtà negli anni passati, non è ancora capitato. Stiamo ricevendo un buon feedback comunque e ne siamo contenti.
Anche la canalizzazione degli strumenti durante la registrazione,
in cuffia una chitarra è a destra,
la voce a sinistra, basso e batteria al centro mi sembra..
• Si l’abbiamo fatto per rendere meglio la stereofonia. Abbiamo voluto registrare come si faceva prima, per rendere anche più gradevole l’ ascolto.
Mi è sembrato di cogliere una forte assonanza,
soprattutto in “our lies are true”, con i Beatles di Revolver..
mi confermate questa impressione ?
• Sicuramente sì, e non solo di Revolver; ti dico anche che in generale i Beatles sono dovunque, non c’ è un artista che non sia stato influenzato dai Beatles al mondo, anche inconsapevolmente.
A me tra l altro piacciono molto, in particolare Ringo Starr e Paul Mccartney credo che siano dei musicisti incredibili, e credo che piacciano a tutti.
Cosa pensate della scena musicale italiana?
quali gruppi vi piacciono di più e credete che le band
emergenti abbiano sufficiente spazio rispetto all’ estero?
• Io credo che nella scena italiana ci sia un sacco di bella musica, ti parlo de La musa, o Iosonouncane, ma potrei nominartene tanti. C’è però una grade differenza tra qui e l’ estero ma anche tra i singoli artisti c è una grande differenza proprio nell’ approccio alla musica.
Un Mac de Marco per esempio, che è un grande musicista, ha un approccio fantastico, molto tranquillo e d’ impatto, è uno che trovi a sfondarsi nei locali dopo il concerto, non si sente un divo e questa è una cosa che magari in Italia si vede di meno. Oltre a questo ti dico che è più facile uscire dall’ italia se fai il pop ben cantato in inglese piuttosto che un disco fatto bene e originale, ed è anche vero che comunque gente come Mac de Marco, ad esempio, ha dietro la Captured Tracks, che è un’ etichetta enorme e internazionale, che porta i suoi artisti a festival come il Primavera per esempio. C’ è una spinta diversa e un circuito diverso ma comunque in Italia c’ è tanta bella roba, anche se forse un po’ nascosta.
A proposito di Mac de Marco,
ho notato una somiglianza in una foto..
cosa pensate di lui?
Mac de Marco è un grande artista, innovativo e con una voce grandiosa secondo me.
Noi ci siamo gia incontrati ad Avellino, per il Rainy Days..
che ricordo avete di quella manifestazione e della città?
• Il Rainy Days è stato bellissimo, è stato bello soprattutto il modo di concepire il festival, il fatto che sia stato itinerante, in diversi locali, è stato bellissimo. La cosa più bella però è stata avere a che fare con gente uguale a noi, gente molto informata e appassionata di musica, gente che si impegna per rompere gli argini, che vuole uscire fuori per costruire qualcosa in un contesto che forse non ti dà molte vie d’ uscita; è stata un’ esperienza bellissima proprio per l’ ambiente e le persone che abbiamo trovato e con cui abbiamo avuto a che fare.
Scegliete un brano ciascuno di un artista o una band che vi piace,
per la nostra sezione Track Of The Day..
Queste saranno le nostre prossime “tracks of the day”!!!!
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